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Cuda: «Il Pd si riavvicini alla base»


Il segretario provinciale catanzarese dem traccia la road map del partito in Calabria in vista del congresso regionale: «Apriamo un confronto sui problemi del Paese»

Pubblicato il: 30/03/2018 – 11:33
Cuda: «Il Pd si riavvicini alla base»


CATANZARO «A conclusione dell’assemblea regionale, oltre a decidere la data del congresso regionale e dello svolgimento delle primarie per la elezione del nuovo segretario regionale del Pd calabrese, bisognerà delineare un percorso che preveda il pronunciamento degli iscritti di ogni circolo territoriale sui temi e su un nuovo progetto politico e programmatico su cui fare leva per una ripresa del Pd». Così Gianluca Cuda, segretario Pd della federazione provinciale di Catanzaro, commenta, in una nota, l’assemblea regionale del Pd, i cui lavori proseguiranno il prossimo 4 aprile.
«Nella successiva riunione della direzione regionale, dunque, insieme alla nomina della Commissione che guiderà il partito fino alla elezione del nuovo segretario regionale – sostiene Cuda – bisogna indicare le forme e le modalità attraverso cui sviluppare un intenso confronto politico e culturale. Dobbiamo puntare a rimotivare la passione e l’entusiasmo del nostro popolo».
«Ciò sarà possibile – si legge ancora nella nota – se solleciteremo l’orgoglio e la fierezza dei dirigenti e dei militanti del Pd di essere i protagonisti di una stagione nuova democratica e progressista in alternativa alla becera propaganda populista. Al centro del progetto da definire al Congresso va posta l’attenzione verso un Mezzogiorno d’Italia che da area depressa e svantaggiata dovrà diventare una opportunità per una Europa che non deve avere paura e proteggersi dal Mediterraneo ma che di questo mare dovrà fare la risorsa principale per aumentare il prestigio e la propria forza nelle relazioni e negli scambi intercontinentali».
«Come Pd calabrese – prosegue il segretario provinciale dem – dobbiamo avere l’ambizione di candidare la nostra regione ad essere una piattaforma avanzata al servizio di questo obiettivo. Ha ragione chi sostiene che il rilancio e la funzione del Pd siano indissolubilmente legati alla restituzione della speranza e del riscatto del futuro delle famiglie e dei giovani calabresi. La Calabria può farcela e può, nel medio periodo, raggiungere livelli di crescita significativi solo se la sua classe dirigente sarà in grado di interpretare questa ambizione».
«Condivido gli sforzi che sta svolgendo la giunta regionale guidata da Mario Oliverio – sostiene ancora Cuda – perché tale ispirazione strategica è coerente con questo obiettivo. L’esito del voto, però, impone anche nelle nostre postazioni istituzionali un radicale cambiamento di marcia che sia in linea con la richiesta di rottura espressa dell’elettorato. Rendere la Calabria meno periferica, dare risposte al forte disagio sociale, fare della Zona economica speciale il motore di una forte ed intensa crescita produttiva, puntare sulla formazione delle nuove competenze che richiede oggi il mercato del lavoro sono le precondizioni per creare nuova occupazione e sviluppo sociale».
«Il Pd  – aggiunge il segretario – dovrà avere il coraggio e la capacità di far pronunciare da subito i calabresi sulla necessità che tale progetto sia portato a compimento.  Il congresso del Pd calabrese deve interrogarsi su come evitare che alle prossime elezioni regionali possa ripetersi quanto abbiamo registrato alle recenti elezioni politiche. Bisogna evitare che si riproponga la dicotomia tra l’esito elettorale, che ha sancito la disfatta del Pd nel Sud d’Italia, e il riconoscimento del buon lavoro fatto dai governi Renzi-Gentiloni. Sebbene, nel lavoro dei Governi nazionali uscenti, non siano mancati errori e sottovalutazioni delle realtà, puntualmente puniti con un voto contro diffuso da nord a sud».
«Il Pd della Calabria – afferma ancora l’esponente dem – dovrà trovare il modo su come far pronunciare i calabresi non solo per non riproporre questa dicotomia ma per sollecitare la necessità di portare a compimento il ciclo di buon governo avviato da Mario Oliverio».
«Il mio auspicio – conclude Cuda – è che al congresso regionale del Pd i gruppi dirigenti si misurino e si confrontino su questo terreno. Sarebbe deleterio se prevalesse invece la logica dei posizionamenti interni finalizzati esclusivamente ai nominalismi sia per la formazione dei nuovi organismi di direzione politica del partito che per la selezione delle candidature alle prossime elezioni europee e regionali».

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